Gioco di Ruolo: una opportunità educativa speciale

Ciao a tutti,

sono uno psicoterapeuta, ma da poco tempo rispetto a quanto sono un appassionato di GdR. Prima giocata alle elementari con il fascicolo rosso della prima versione di D&D e solo lo scorso anno mi sono ritrovato felice a giocare con amici oramai professionisti affermati eppure pronti a usare tempo per disegnare le proprie armi, scrivere storie, prendersi in giro tra una giocata e l’altra via mail. Sempre mi ha affascinato il mondo fantasy e sopratutto Tolkien che ha praticamente dato contenuto a gran parte del mio immaginario. Data questa affiliazione per il fantasy di tipo Terra di Mezzo, ho giocato solamente a D&D e per i futuri progetti mi sono riproposto di usare Pathfinder di cui ho appena comprato il manuale.

Voglio realizzare progetti educativi che usino il GDR come strumento per raggiungere obiettivi specifici. Ad esempio io credo che il Gioco di Ruolo aiuti a sviluppare abilità specifiche come l’immaginazione visiva (che ha ricadute sul pensiero per immagini, utilissimo in varie discipline e attività cognitive), le attitudini prosociali, come la “lettura della mente” di Uta Frith: saper immaginare e capire il pensiero dell’altro a partire dai segnali manifesti. Giocare il personaggio, e giocarlo bene, non vuol dire altro che immaginare una soggettività altra da sé e gestirla in modo coerente sotto diversi aspetti, comportamento, pensiero, emozioni. Inoltre altro aspetto importante per una buona giocata è la collaborazione, valutare le risorse proprie e del gruppo e costantemente operare scelte in equilibrio tra l’allineamento del personaggio, il ritorno del personaggio e quello del gruppo, senza contare poi le dinamiche tra i giocatori stessi.
Concretamente sto già studiando e mettendo a punto un training di sviluppo dell’immaginazione da inserire nella campagna dedicando i primi 1o minuti di ogni incontro attraverso esercizi di immaginazione guidata ad occhi chiusi. Inviterò i giocatori ad immaginare i propri personaggi, ad avvicinarsi a loro, toccarli, sentire che odore hanno, provare a spingerli e a sollevarli, sentire il tono della voce e provare ad immaginare l’effetto che potrebbe avere chi gli stringe la mano o chi li vede leggere gli incantesimi. E poi, mostri, armi, ambientazioni….etc

Sono una persona creativa, ma so che le migliori idee vengono da un buon brain storming e quindi mi piacerebbe sentire la vostra. Siate generosi, non costa nulla e magari grazie alla vostra esperienza si può realizzare qualcosa di utile!!

Secondo voi il GDR vi ha aiutato a crescere o a sviluppare qualche abilità particolare?
Quale? e che cosa del GDR vi ha aiutato? Quali obiettivi specifici si possono raggiungere secondo voi? e quali potrebbero essere le modalità?

Suggerimenti e buone idee cercasi…

Pubblicato da DrGDR

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11 commenti su “Gioco di Ruolo: una opportunità educativa speciale”

  1. Maxwell Vai al profilo 23 Ottobre 2013 – 22:49

    mmmmmumble …
    provo a rifletterci sù …

    1. DrGDR Vai al profilo 27 Ottobre 2013 – 21:16

      Grazie, giù idee, anche scomposte come ogni buon brainstorming richiede!

      1. Maxwell Vai al profilo 28 Ottobre 2013 – 09:48

        Secondo voi il GDR vi ha aiutato a crescere o a sviluppare qualche abilità particolare?
        sì .

        Quale?
        nel giocare , 1 gestione sempre migliore del gioco stesso (meccaniche).
        verso i giocatori , 1 crescita alla comunicazione .

        e che cosa del GDR vi ha aiutato?
        la possibilità di creare quello che passava x la testa .

        Quali obiettivi specifici si possono raggiungere secondo voi?
        dipende da cosa si vuole .
        di base , credo che si ottenga 1 maggiore comunicabilità e socializzazione
        tra le persone in gioco .
        oltre al divertimento , ovviamente .

        e quali potrebbero essere le modalità?
        la cosa è correlata alla precendente .
        ho notato che molti PG cambiano atteggiamento in base al gruppo giocato
        o alle specifiche persone,
        + che ai giochi in sè .

        1. DrGDR Vai al profilo 3 Novembre 2013 – 13:30

          Grazie degli spunti @Maxwell 🙂

    1. DrGDR Vai al profilo 27 Ottobre 2013 – 21:18

      Forse ci sono stati problemi….ancora nn ho ricevuto il tuo messaggio

  2. Denny.ilbello Vai al profilo 27 Ottobre 2013 – 16:48

    Ciao Dr,
    complimenti per il post molto interessante e scritto bene.
    Ho una discreta esperienza nel gdr, ho cominciato a liceo ho, ai tempi frequentato tornei e un numero non molto elevato ma discreto di persone nonchè master.
    Ti dico la mia da semplice nessuno in campo “psichico” (psionico?:-)).
    La tua risposta ha differenti soluzioni come lo sono i motivi consci o meno consapevoli, che un giocatore possiede.
    Dal mio punto di vista é un modo di poter far girare la fantasia, ma non mi ha dato “capacità sovranormali”, in molti casi invece ho visto che alcuni, che hanno problemi relazionali aiuta a creare legami con una realtà con regole scritte.
    Questo molto in sintesi.

    1. DrGDR Vai al profilo 27 Ottobre 2013 – 21:29

      Grazie Danny. Regole chiare e prestabilite, possono effettivamente mediare e facilitare chi è incerto sul come comportarsi in certe situazioni. Un pó come quando una persona che riveste un ruolo sociale riconosciuto, fintanto che lo ricopre è sicuro di sé e tranquillo, ma quando si trova in situazioni diverse, in cui il ruolo e le conseguenti buone creanze non sono immediate, allora costui perde tutta la sua sicurezza.
      Chiaramente no voglio capacità sovranormali, ma mi accontento di divertimento e apprendimento, che non è poco 🙂

  3. Qwein Vai al profilo 17 Novembre 2013 – 11:52

    la mia esperienza in questo campo e legata a Mostrilli un gioco di ruolo pensato per una classe elementare multietnica con problematiche di inserimento.
    Mi fu chiesto proprio da una insegnante che seguii nelle avventure. Debbo dire un esperienza interessante.
    Trovi mostrilli sul mio sito
    http://qwein.altervista.org

  4. Allen Vai al profilo 20 Novembre 2013 – 17:11

    ciao DrGDR,

    ti do la mia opinione ed esperienza di master e giocatore con qualche anno di esperienza sulle spalle.
    dal punto di vista sociale il gdr aiuta certamente l’interazione sociale, fornendo il giusto bilanciamento fra emersione della personalità e rispetto della compagine sociale di appartenenza.
    Inoltre rappresenta una chiave di decodifica delle esperienze della vita, permette di schematizzare gli avvenimenti reali e rielaborarli con un approccio proattivo: osservazione, comprensione delle dinamiche, scelta di un esito desiderabile, azione, reazione, identificazione della ricompensa desiderata.
    A seconda della bontà del master e del taglio delle partite si possono addirittura sperimentare vere e proprie “esperienze di seconda mano”, avvenimenti fittizi di gioco che se empatizzati completamente lasciano un bagaglio spendibile in future concrete occasioni di vita reale. Sempre collegandosi alla capacità del narratore e al grado di empatia creato è possibile esplorare lati oscuri della propria personalità smussandone gli angoli e facendone emergere spinte costruttive al carattere, affrontare piccoli nodi irrisolti e anche fare esperienza di punti di vista completamente difformi dal proprio, sviluppando un approccio relazionale oggettivo distaccato e lucido.
    è tuttavia un argomento molto delicato perchè dipende dalla capacità di creare un’atmosfera coinvolgente, elaborare una storia che abbia una finalità ludica, educativa ed esplorativa e ci vuole la matura partecipazione ed interesse dei partecipanti/giocatori.
    le doti che ho visto incrementare con i gdr, e con altri giochi in generale, sono quelle afferenti alla logica, matematica, calcolo delle probabilità, empatia, immedesimazione, proattività, diplomazia, autoaccettazione, gestione del conflitto, pensiero creativo e laterale, organizzazione, pianificazione, attenzione. e in più di un’occasione le ho viste applicare con successo a realtà lavorative, sociali, e tempo libero.

    spero di esserti stato utile,

    Cla

  5. Qwein Vai al profilo 22 Novembre 2013 – 19:47

    Wow sono veramente colpito di come hai descritto quella “magia” che spingeva un gruppo di amici a trovarsi dopo scuola a lanciare dei dadi elaborando una mappa quadrata e a avviare discussioni su come un nano potesse essere vestito con una stufa di ghisa e potesse portare su di se un assurdità di tesori.
    Il vero gioco di ruolo era quell’alchimia che ci appassionava al punto che non si parlava d’altro. Veramente degna di nota. Raramente ho sentito descrivere cosa ha rappresentato per me il gioco di ruolo, quell’atmosfera. Io ho cominciato nel 1981 mi pare. I miei mi presero per sbaglio la mitica scatola rossa … due anni prima, ma rimase a far la polvere. Poi magia… il telegiornale parlò di D&D come il male assoluto..un ragazzino inglese era morto perchè era entrato nelle fogne… e tutti a scuola… che cosa sarà mai questo gioco che il TG demonizza? Cavolo lo avevo 😀 Da allora anche se la calza maglia di peeter pan, mi va un poco stretta e diciamolo… appaio un poco ridicolo non ho mai smesso. 😀 E credetemi sono suonati 47 😀

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