Kagematsu: il gioco della seduzione

Legenda

Questo che sto scrivendo si pone a metà tra una recensione ed un actual play. Tuttavia ho scelto di distinguere le due cose, di modo che chi vi ha già giocato possa evitare agilmente la mole di testo destinata a spiegare come funziona il gioco.

Il resoconto e le riflessioni sulla giocata sarano quindi indicate in corsivo.

I dati

Kagematsu è un gioco di Danielle Lewon, ed edito in italia da Narrattiva. Verrà presentato a Lucca Comics and Games 2010.

Le impressioni

Inizialmente non ero così convinto da Kagematsu. Non mi aveva fatto dire “Cazzo voglio giocarci” come altri. Però Claudia e Michele ne erano entusiasti e dato che la mia politica è di fidarmi di loro (che ne sanno), alla fine sono andato a giocarlo fin da loro a Forlì.

Dopo averlo giocato il mio commento è stato testualmente: “Michele, non me ne frega un cazzo se esce a Lucca, io te lo compro adesso.” “Ma ancora non sappiamo quanto costerà!” “Guarda, ti dò 50 euro ora”. Purtroppo non li ha voluti (éè), ma aspetterò come un avvoltoio per ottenerne una copia quanto prima (èé).

E’ davvero un gran gioco, intenso e appassionante come pochi altri che ho provato (**).

Il setting

Kagematsu è un gioco che parla di Amore, Paura, Speranza e Seduzione, e lo fa con eleganza e semplicità. In questo gioco si costruisce assieme agli altri giocatori una storia in maniera strutturata. Immaginatevi un po’ un racconto attorno al fuoco costruito a più mani.

Immaginate il giappone durante l’era sengoku. Immaginatevi i manga che parlano di quell’epoca, come Inu Yasha, o i film, come quelli di Kurosawa. Un’epoca di samurai, di piccoli feudi perennemente in guerra. Immaginate un piccolo villaggio. Gli uomini e i ragazzi in grado di combattere sono stati arruolati, lasciandolo a sè stesso.

Il villaggio è abitato soltanto da donne, vecchi e bambini e, anche se riesce ad essere autosufficiente, in quest’epoca così brutale rimane sostanzialmente indifeso.

Infatti sul villaggio grava una pesante minaccia. Può essere un gruppo di mercenari che sta mettendo a ferro e fuoco le campagne, può essere una creatura sovrannaturale. In ogni caso il villaggio abbandonato a sè stesso è condannato.

A ridare speranze agli animi degli abitanti arriva un Ronin, un samurai senza padrone, un cavaliere errante. Il suo valore è leggendario. Il suo nome è Kagematsu.

Gli abitanti del villaggio cercheranno di convincerlo a rimanere al villaggio ed aiutarli contro questa minaccia. Ci sarà chi offrirà i pochi averi che possiede, chi si appellerà al suo buon cuore, chi cercherà di sedurlo e chi gli offrirà l’amore.

In questa situazione il gioco esplorerà le storie di alcune donne in particolare, e le seguirà nelle loro interazioni con Kagematsu. Riusciranno ad ottenere il suo aiuto? Kagematsu riuscirà nell’impresa? Chi troverà l’amore? Chi si sacrificherà per il villaggio? Chi avrà il cuore spezzato?

I ruoli

In Kagematsu ogni giocatore ha la responsabilità di uno dei personaggi. Deve fare scelte per lui/lei e deve comunicare agli altri giocatori come queste scelte si riflettono in parole e azioni.

Kagematsu in persona è uno di questi personaggi, e viene giocato da una delle giocatrici, mentre il resto dei giocatori guida le donne del villaggio.

Nella nostra giocata un pacifico villaggio di pescatori aveva sentito notizie funeste provenire dai villaggi più vicini sulla costa: Una nave di pirati stava razziando i villaggi indifesi. Era solo questione di giorni, e sarebbero arrivati.

Lavinia ha preso le parti di Kagematsu, un giovane ronin che ha abbandonato il suo padrone per amore ed arrivato ferito al villaggio.
Io interpretavo Noriko, una giovane ragazzina orfana che durante la giocata è passata dalla modalità “inutile e frignona” ad avere una spada in mano e combattere schiena contro schiena con Kagematsu.
Michele guidava Maki, una bella pescatrice di perle che dopo una delusione d’amore è morta per riuscire a sabotare la nave nemica.
Moreno seguiva Kyoko, una vedova a capo del villaggio che per la passione è arrivata a gettare al vento l’onore e l’autocontrollo.

Segni di Affetto

Il gioco è scandito in scene, in cui è protagonista una delle donne mentre interagisce con Kagematsu, e in cui viene mostrata l’evoluzione della loro relazione. Se avete presente la famosa teoria delle “basi” potete farvi una buona idea di cosa siano i Segni di Affetto. Un Segno di Affetto è un risultato tangibile dell’opera di seduzione, come uno sguardo, un bacio, un segreto rivelato.

Ogni Segno di Affetto guadagnato rinforza il legame tra la donna e Kagematsu, rendendo quest’ultimo più forte, motivato e determinato quando dovrà affrontare la minaccia. D’altronde è più semplice combattere per qualcosa che ami, piuttosto che per qualcosa di cui non ti importa.

Al termine di ogni scena, indipendentemente dal fatto che il Segno di Affetto sia stato guadagnato oppure no, la giocatrice di Kagematsu decide segretamente se la scena le ha ispirato Amore o Pietà verso quella donna. La scelta è personale e non giustificata, e viene segnata in segreto.

Per fare un esempio, nella nostra giocata le scene in cui Noriko piangeva hanno generato soltanto Pietà, mentre una scena in cui Maki si è gettata in acqua Kagematsu per insegnargli a nuotare (quasi lo affogava) e lui si è allontanato in preda all’ira ha generato Amore, così come la scena in cui Kyoko si è gettata su di Kagematsu quasi violentandolo.

Naturalmente ottenere un bacio è più difficile di un complimento, ed infatti i Segni di Affetto hanno difficoltà crescente, dove il più arduo è la Promessa. Non è affatto necessario raggiungerli in ordine, ed anzi è interessante puntare alto relativamente all’inizio.

Noriko per esempio ha puntato presto a farsi rivelare un segreto, scoprendo le circostanze che avevano portato Kagematsu a fuggire ed abbandonare il suo padrone. Sono convinto che questa mossa abbia poi influenzato la scelta di quest’ultimo di insegnarle come combattere.

Quando un giocatore ha chiarito a quale Segno di Affetto sta puntando, si passa a raccontare la scena, tutti assieme, descrivendo agli altri giocatori quello che fanno i propri personaggi, descrivendo l’ambiente e gli eventuali personaggi secondari. Quando la giocatrice di Kagematsu decide che ci sono i presupposti perché la donna abbia una possibilità di ottenere quello che vuole si prendono in mano i dadi.

Kagematsu aveva acconsentito a diventare il sensei di Noriko e più tardi, al mio turno, ho annunciato che avrei tentato di ottenere una presentazione ufficiale da Kagematsu (in giappone son molto formali). Durante la scena ho cominciato a descrivere la radura dove si allenavano invasa dai petali di ciliegio portati dal vento, mentre Noriko si inginocchiava a recitare la formula per dire che era onorata di diventare la sua allieva, facendo la sua presentazione ufficiale ed aspettando quella di Kagematsu. Lavinia ha annuito e preso i dadi. Era una buona occasione in cui Kagematsu avrebbe potuto presentarsi.

La giocatrice di Kagematsu tira i dadi in segreto, sommandoli e sottraendo dal risultato l’Amore complessivo conquistato dalla donna in questione. Quindi osserva i dadi tirati invece dal giocatore della donna, e annuncia se il risultato di quest’ultimo è superiore, inferiore o pari al proprio, senza tuttavia rivelare di quanto.

Il giocatore quindi non sa se sta perdendo di poco oppure di molto. Può solo fare ipotesi sulla probabilità dei dadi e sul possibile amore da lui accumulato. Non è affatto semplice. Bisogna cercare di leggere la giocatrice di Kagematsu, cercare di capire se si ha speranze, se il proprio amore potrebbe essere sufficientemente alto.

Sulla base di queste ipotesi il giocatore può decidere di compiere qualche mossa disperata per riuscire ad ottenere questo Segno di Affetto, perché se invece sceglie di rinunciarvi lo ha perso per sempre.

Disperazione

Gli atti disperati dipendono dai Segni di Affetto che si sono riusciti a conquistare fino a quel momento. Non puoi minacciare Kagematsu di rivelare il suo segreto se lui non te ne ha mai rivelato uno, e non puoi rivelargli di portare in grembo suo figlio se non ci sei mai andata a letto, come è logico.

Stavamo giocando una scena di un addestramento particolarmente duro e avevo dichiarato che volevo ottenere un Dono da Kagematsu. Noriko era appena stata rimproverata da lui per averlo chiamato Sensei. Lei gli ha domandato “Quando sarò degna di chiamarti Sensei?” e a queste parole Lavinia ha acconsentito a farmi tirare.

Il punteggio dei miei dadi non era sufficiente, ma poiché non avevo nessuna intenzione di rinunciare a questo Dono, ho scorso la lista delle disperazioni possibili, trovando “Minacciare Kagematsu con violenza”. A questo punto Noriko, vedendo che la risposta non arrivava, lo ha attaccato di sorpresa, riuscendo a metterlo in difficoltà. Il dado tirato mi ha consentito di ottenere il Dono, e Kagematsu ha risposto: “Brava, da domani potrai chiamarmi Sensei”.

Più tardi, durante una festa in cui Noriko era vestita in maniera estremamente elegante, cercavo di ottenere un Complimento. I dadi non erano sufficienti, mentre Kagematsu stava criticando la sua timidezza. Ho deciso di tentare la disperazione “Tenere in ostaggio qualcosa di prezioso per Kagematsu”, sbloccata grazie al Dono di cui sopra.

Noriko gli ha rinfacciato che lui doveva insegnarle soltanto come diventare una guerriera, e che se avesse tentato ancora di insegnarle come essere una donna, lei avrebbe smesso di essere sua allieva del tutto. Per Lavinia, che giocava Kagematsu, questo sembrava un buon ricatto, quindi ho ottenuto il dado della vittoria.

Se la disperazione utilizzata fallisce, quel giocatore non la può più riutilizzare. Non significa che non si possa usare violenza su Kagematsu, ma soltanto che non darà più dadi bonus. Già una volta si è dimostrato inutile quel gesto.

Il gioco della seduzione

Scegliere se vale la pena tentare la disperazione oppure no è difficile. Si è praticamente al buio, non conoscendo i dadi di Kagematsu. Ci si deve affidare sull’unica cosa disponibile: cercare di leggere la giocatrice di Kagematsu, e cercare di scoprire quanto ciò che vogliamo ottenere ci sta a cuore.

“Ho una sola opportunità, ne vale la pena?” “Avrò abbastanza amore per riuscire?” “Se rinuncio adesso rinuncio per sempre. Cosa faccio?”

Sono scelte che non sono nuove a nessuno di noi. Fa parte del gioco della seduzione che abbiamo affrontato tutti prima o poi nella nostra vita:

“Durante il film le ho tenuto il braccio attorno alle spalle. Proprio ora c’è una scena romantica. Se la bacio ora potrei rovinare tutto, ma se non lo faccio avrò perso un’occasione.”

“Ci stiamo salutando, siamo stati bene assieme stasera. Il mio cuore batte troppo forte, se ne sarà accorta? Devo fare qualcosa?”

La scelta è proprio quella. Ti butti nel vuoto, sperando di avere fatto buona impressione sulla giocatrice che ti sta davanti, o ti tiri indietro perché hai paura di sprecare la tua unica chance?

La scena più intensa per me vedeva Noriko a cercare di ottenere una dichiarazione d’amore da Kagematsu. In precedenza il poveretto ne aveva passate di tutti i colori, rischiando quasi lo stupro da parte delle altre due donne, mentre con Noriko era stata una cosa molto più ‘platonica’ e in quel momento era l’unica di cui si fidasse. Tiravo 5 dadi contro 8, e il mio totale sul tavolo era 6. Non so quanto tempo ho passato a pensare. Io volevo, volevo volevo davvero quella dichiarazione d’amore, e Lavinia mi ha confermato che l’avrebbe voluta anche lei. Ma i dadi erano troppo bassi, e la minaccia incombeva. Ho deciso così di rinunciare, per poter tenere buone le disperazioni e ottenere la Promessa in seguito.

Pessima scelta. Davvero, come sempre nella mia vita, ho rinunciato a qualcosa di importante per paura di non riuscire ad ottenerlo. E oltretutto lei aveva fatto 7. Sarebbe bastato un niente, e Kagematsu si sarebbe dichiarato a Noriko. Ho scelto di rinunciarvi per sempre.

Continuo a pensarci. Continuo a pensare a quanto è stata familiare quella situazione, a quante volte mi sono trovato nella stessa situazione e quante volte ho fatto la stessa scelta.

Mi chiedo se la prossima volta rimarrò su questo binario mentale, o se avrò imparato da questa esperienza, dopo averla vista da una angolazione differente.

Ma in fondo non importa, perché le emozioni che mi ha dato sono state fortissime ed intensissime, e il lieto fine che hanno avuto poi Noriko e Kagematsu mi ha risollevato. Per me è stata di una intensità paragonabile alle vere storie d’amore che ho affrontato. Mi sono ripassate davanti tutte in fila in quella scena. Tutte. Quelle andate bene, quelle andate male. Quelle che non si sono mai davvero concretizzate. Quelle che sono rimaste solo fantasie. Quelle che non sono mai esistite. Quelle che sono state importanti. Quelle che sono state solo un gioco, come questa.

Conclusione

Non so davvero come riuscire a spiegare quanto sia stata una bellissima giocata e una stupenda storia d’amore. Potrei dire che leggerei il libro, o che lo scriverei.

Ma non sarebbe vero. Non sarebbe la stessa cosa.

Purtroppo o per fortuna giocare Kagematsu è una esperienza effimera che vive nel momento, e raccontata rimane soltanto una storia qualunque.

Grazie per l’ascolto.

Pubblicato da matteosuppo

Giocatore appassionato, game designer fallito, vive una vita modesta in provincia di Torino. Si definisce un dirty hippy indie gamer, ha scritto un articolo su Riflessioni Appassionate (INC10): http://www.narrattiva.it/index.cfm?action=showItem&pID=22 I giochi cui gioca non si fermano alla decisamente poco popolosa offerta di questo sito ma comprendono anche Montsegur, Shooting the Moon, Breaking the Ice, Solar System e una valanga di altri.

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