Devo masterizzare e non ho bocca

images (10)Uno dei problemi tipici della masterizzazione è il cosiddetto blocco dello scrittore, quando ci troviamo davanti al “foglio bianco” consapevoli che fra poche ore si dovrà giocare, senza avere idee….

Molti dei miei articoli servono proprio per evitare questa situazione, aiutando i giocatori a creare background efficienti, utilizzando i fronti e/o le icone per muovere la trama generale così come le tabelle di eventi casuali per insaporire le avventure.

Nonostante tutto, può capitare questo blocco perché non serve soltanto sapere che i pg dovranno entrare nel tempio di Zurgan e recuperare la spada di Grosh ma anche più prosaicamente decidere cosa incontreranno in questo benedetto tempio.

Una tecnica che ci può aiutare è la “five rooms dungeon”, uno schema nato per i dungeon da una serata, i cui principi sono in realtà universali e utilizzabili anche per altri tipi d’avventura.

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Pubblicato da vodacce

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7 commenti su “Devo masterizzare e non ho bocca”

  1. Merlino Vai al profilo 7 Novembre 2014 – 10:00

    Ti amo! XD post giusto al momento giusto…

  2. nuzzifra Vai al profilo 7 Novembre 2014 – 10:26

    un master che non sa improvvisare non puo’ fare il master. Vero è che in sistemi stile d&d più classico si deve pianificare moltissimo. Il sistema delle cinque stanze mi sembra efficiente, io ad esempio per rompere il ghiaccio uso la casa infestata da liberare o il classico dungeon con un tesoro alla fine. Mi fa piacere leggere di “Fronti”. Ho scoperto i Fronti masterizzando a Dungeon world e sono spettacolari. Io parto dal BG dei pesonaggi, sui loro bg costruisco i fronti (che avanzano a prescindere da quello che i personaggi fanno). Il risultato è una campagna divertente che non si trascina e estremamente stimolante per i giocatori che per la prima volta vedono “investita” dal master la loro fantasia. Ovviamente si devono prendere le misure: evitare bg da trecento pagine, essere comunque capaci di gestire tutto e tenere tutto sotto controllo, saper improvvisare e magari “forzare la mano” (che a volte a d&d va fatto) per rendere il tutto coerente. Ovviamente meno si spinge in una certa direzione meglio è, così come va sempre ricordato che anche l’inerzia dei Pg fa “avanzare” i fronti che sono stati creati. Così facendo si puo’ avere un efficiente via di mezzo tra un sistema che “scrive la storia” mentre la si gioca, e un altro dove il master ha già chiaro un filo conduttore in testa. Il risultato è una campagna già “scritta” (per lo più ispirata dai giocatori) ma con moltissimi spazi bianchi da riempire. Grazie per l’utile post

    1. vodacce Vai al profilo 7 Novembre 2014 – 20:37

      la sezione del master di Dungeon World è uno dei più interessanti e ben scritti fra tutti i gdr che ho letto e infatti molte delle “tecniche” che utilizzo, sono riprese da questo gdr.

      Anch’io punto molto a utilizzare i background dei giocatori sia perchè secondo me è più coinvolgente per i giocatori stessi sia perchè risparmio fatica :).

  3. Salvur Vai al profilo 7 Novembre 2014 – 12:11

    “un master che non sa improvvisare non puo’ fare il master”… parole sante! Personalmente come ogni essere umano anche a me è capitato di avere quelle giornate “fiacche”. Fortunatamente però non mi son mai trovato a dover fronteggiare l’oblio creativo durante le partite. A differenza di vari metodi più o meno casuali che possono mettere delle “toppe”, io ho preferito investire su due fattori : Ambientazione e interpretazione profonda dei personaggi. Un ambientazione forte e sentita dai giocatori di fatto (secondo la mia esperienza) permette al master di rilassarsi notevolmente… e di non aver problemi di compensazione durante le sessioni di gioco. Questo permette anche di rendere l’esperienza di gioco più “Normale” e a mio dire meno “pacchiana” (Ma è un mio punto di vista). Quando i giocatori hanno una visione matura dell’ambiente e dei propri personaggi sono molto spesso loro a mandare avanti il gioco… e lo fanno senza necessità di “sfornare un avventura che scomodi mostri, entità o altro per rendere entusiasmante il gioco”. Un obiettivo banale come ” Dipingere un quadro” può impegnare un personaggio per un intera seduta se lo si spinge a trovare ad esempio “colori” particolari o soggetti indicati per il proprio lavoro. Investire sul mondo e sui giocatori è una buona soluzione. L’avventura del resto parte esattamente dopo che si è conclusa la scheda… indipendentemente se questa tratti l’esplorazione di un antica rovina o vivere un “quotidiano”. Per altro ritengo che giocatori maturi possano… nel loro modo di vivere i personaggi… stimolare il master anche in situazioni che potremmo considerare banali… per non parlare poi di spunti caratteriali o morali che essi potrebbero far emergere e che… potrebbero essere utilizzati per sviluppare eventi o situazioni future che potrebbero coinvolgere i nostri eroi!

    1. vodacce Vai al profilo 7 Novembre 2014 – 20:42

      La struttura che utilizzo di base presuppone molto l’utilizzare il background dei giocatori e lasciare che siano loro a sviluppare la trama ma siccome può capitare la serata di stanca ho “tradotto” questa tecnica che per one shot o avventure molto specifiche può essere utile. Poi ogni master decide se è adatto al suo stile o no.

  4. Mark84 Vai al profilo 7 Novembre 2014 – 12:39

    Sono d’accordissimo con cio’ che scrive Salvur sul mirare piu’ all’interpretazione che sui meri dettagli “ma il dungeon(che poi esistono mille tipi di luoghi per ambientare le avventure,non bisogna pensare che ogni fantasy sia D&D) ha la stanza delle torture o no?Toh,c’è un drago dentro ma non ha vie d’entrata o d’uscita…chissa’ come ci sara’ entrato”.
    E’ meglio far descrivere certi pezzi ai propri giocatori della serie”Entrate nel dungeon,cosa intendete fare?descrivete cio’ che vedete,sentite e odorate” cosi’ li coinvolgi di piu’ e ti semplifichi la vita tu.
    Io personalmente ho molta fantasia ma non ho voglia di masterizzare perchè preferisco giocare e immedesimarmi.
    Bello Dungeon World,molto interpretativo..io e il mio gruppo giochiamo a Corporation,un bellissimo cyberpunk e Glennascaul con l’ambientazione made in italy dimensioni,un dark fantasy giocato con musiche tetre e a lume di candela acasa di un amico.
    Tornando a Vodacce:se DEVI masterizzare lascia perdere e fai il giocatore perchè masterizzare è un po’ come fare il prete,è una vera vocazione non per tutti(come me ad esempio,nonoastante abbia molta fantasia).Su qst sito qlc buon master si trova.
    Se VUOI masterizzare perchè ti appassiona il mio consiglio è quello di privilegiare l’interpretazione dei tuoi giocatori alla pura narrativa.E’ un ottimo modo per farti dare una mano senza chiederla e per rendere i tuoi giocatori ancora piu’ maturi.
    Ciao

    1. vodacce Vai al profilo 7 Novembre 2014 – 13:15

      Masterizzare mi diverte e non la considero una “vocazione” stile sacerdozio, tutt’altro e credo che come ogni hobby si possa migliorare utilizzando tecniche magari sviluppate da altri master. Personalmente molte delle cose ho imparato le ho riprese da altri master. Se avrai la pazienza di dare un occhiata ai link che ho messo nell’articolo avrai notato che la maggior parte delle tecniche che utilizzo servono per privilegiare l’interpretazione dei giocatori come i fronti che ho citato in quest’articolo e che dovresti conoscere bene visto che conosci Dungeon World…

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